Elettromedicali

Secondo la Norma CEI 62.5 3° ed. (§ 3.63) possiamo definire come apparecchi elettromedicali quegli “apparecchi elettrici dotati di una PARTE APPLICATA che trasferisce energia verso il o dal PAZIENTE, o rileva tale trasferimento di energia verso il o dal PAZIENTE e che sono:
a) dotati al massimo di una connessione ad una particolare ALIMENTAZIONE DI RETE;
b) previsti dai loro FABBRICANTI per essere impiegati in:

– diagnosi, trattamento o monitoraggio dei PAZIENTI
– per compensare, lenire una malattia, le lesioni o menomazioni

Anziché tramite lo sfruttamento di energia corrente continua, è possibile utilizzare alcuni apparecchi elettromedicali mediante batterie. Tali strumenti sono estremamente comodi laddove la salute del paziente sia strettamente collegata all’apparecchio elettromedicale in sé: in questo caso sarà possibile spostarsi, anche per lunghe tratte, senza alcun problema.

Tra questi sistemo possiamo annoverare magnetoterapia, elettrostimolazione, T.E.N.S, Jonoforesi, ultrasuoni

MAGNETOTERAPIA

La magnetoterapia è una forma di fisioterapia che utilizza l'energia elettromagnetica, stimolando la rigenerazione dei tessuti. La magnetoterapia si inserisce nell'ambito della terapia fisica utilizzando campi magnetici pulsanti a bassa frequenza e a bassa intensità; si avvale dell'azione di un campo magnetico indotto dalla corrente elettrica che percorre una bobina [solenoide]. Si ritiene che il principio fondamentale attraverso cui la magnetoterapia esplica gli effetti terapeutici sia quello di riportare ordine in un settore presumibilmente in disordine magnetico. La magnetoterapia esplica inoltre un'azione che favorisce i processi riparativi dei tessuti e stimola le difese naturali organiche. Sulla base degli effetti biologici, l'azione terapeutica dei campi magnetici può essere sintetizzata in due punti di attacco principali:
antiflogistica e antiedemigena
stimolante i processi di riparazione tissutale
Le membrane cellulari sono in pratica delle "minuscole batterie" di cui è stato possibile misurare la tensione erogata, più precisamente nelle cellule nervose sane si misura tra il nucleo interno e la membrana esterna una differenza di potenziale di 90 millivolt, nelle altre cellule questa tensione si aggira intorno ai 70 millivolt. Quanto la tensione all'interno delle cellule tende a scaricarsi, l'organismo ne avverte le conseguenze sotto forma di processi infiammatori, dolori alle ossa, alle articolazioni, alla schiena, ferite che non rimarginano. Quando queste cellule si ammalano, per un'infezione o un trauma o una qualsiasi altra causa, perdono la loro riserva di energia, quindi una cellula che se sana dovrebbe avere una tensione di 70 millivolt, ammalata misura soltanto 50/55 millivolt; quando questa tensione scende al di sotto di 30 millivolt si ha la necrosi, cioè la morte della cellula. Lo scopo della magnetoterapia è quello di ricaricare e rigenerare le cellule prive di energia vitale.
APPLICAZIONI DELLA MAGNETOTERAPIA
La patologia dell'apparato muscolo-scheletrico rappresenta il campo di applicazione più specifico della magnetoterapia; in particolare quella post-traumatica risponde in modo eccellente a questo tipo di trattamento. Tutti gli eventi traumatici, dal piccolo trauma distorsivo alla grave frattura, possono trarre vantaggio da questa terapia con tempi di guarigione a volte clamorosi. Anche la patologia ossea trattata con la magnetoterapia ha mostrato processi riparativi e tempi di recupero più brevi. Si può affermare pertanto che la magnetoterapia, sfruttando le basse frequenze, può rappresentare una metodica terapeutica di prima scelta specie nella patologia flogistica, traumatica e degenerativa dell'apparato osteo-articolare e muscolo-tendineo.
EFFETTI SU TESSUTO OSSEO
I campi magnetici pulsati migliorano I' osteogenesi. Aumento dell'irrorazione vascolare [ipervascolarizzazione). Aumento della resistenza ossea
AZIONE ANTINVECCHIAMENTO TISSUTALE
Azione sul collagene
Vasodilatazione
Miglioramento del metabolismo della cute e del connettivo
EFFETTI SUL SISTEMA NERVOSO CENTRALEPERIFERICO
Aumento degli scambi ionici a livello della membrana cellulare
Stabilizzazione di membrana con fenomeni di iperpolarizzazione legati all'influenza sulla pompa sodio/potassio e sugli scambi ionici
Normalizzazione della conducibilità elettrica
Effetto antalgico
Aumento del rendimento mentale e della performance individuale
Azione di neuroregolazione a livello del diencefalo, della sostanza reticolare, dell'ipotalamo,del surrene, del fegato e della milza.
EFFETTI SULL' INFIAMMAZIONE
Effetto antiedemigeno
Effetto sulla pompa sodio /potassio
Modificazione della permeabilità di membrana
Attività batteriostatica
Risoluzione dello spasmo muscolare
Azione antalgica
Accelerazione dei processi di guarigione dei tessuti molli
Normalizzazione della differenza di potenziale tra regione lesa della membrana cellulare e regione normale (vi è uno squilibrio di potenziale in molte patologie) .

T.E.N.S.

Questa tecnica rappresenta la novità nel settore delle apparecchiature per la ginnastica passiva nell'ambito della medicina riabilitativa ed estetica. I tipi di stimolazione usati permettono un lavoro continuo e costante suddiviso in due momenti: contrazione e rilassamento. La corrente viene trasformata in forme d'onda con diversi effetti. Le applicazioni principali sono: dolori e infiammazioni, recupero post-infortunio, allenamento e potenziamento muscolare, rilassamento e circolazione. L'elettrostimolazione è utilizzata per i muscoli sani o denervati con lo scopo di recuperare e incrementare tono e funzionalità e, in ambito sportivo, per il potenziamento e il mantenimento delle qualità specifiche di ogni disciplina; in estetica è utilizzata in modo efficace per il trattamento della cellulite, il dimagrimento localizzato, il linfodrenaggio e le applicazioni sul viso. Le controindicazioni principali sono: pace-maker o problemi di cuore, gravidanza, parte anteriore e laterale del collo, lesioni cutanee, tumori.

JONOFORESI

Guida Ionoforesi Terapia
Per ionoforesi (iòno-phòresis = trasporto di ioni) si intende l’introduzione di un farmaco nell’organismo attraverso l'epidermide (somministrazione per via transcutanea), utilizzando una corrente continua (corrente galvanica), prodotta da un apposito generatore.
I vantaggi della somministrazione di farmaci con questa modalità sono essenzialmente:
1. Evitare la somministrazione per via sistemica (orale, intramuscolare, endovenosa);
2. Applicare il farmaco direttamente nella sede corporea interessata dalla patologia;
3. Permettere l’introduzione del solo principio attivo, senza veicolanti (eccipienti);
4. Permettere agli ioni di legarsi a determinate proteine protoplasmatiche;
5. Iperpolarizzare le terminazioni nervose.
Per quanto riguarda la via di somministrazione, è utile ricordare che la via sistemica presenta diverse controindicazioni; infatti, la totalità dei farmaci presenta il rischio, più o meno marcato, di effetti collaterali a danno di vari organi e sistemi anatomici. Questo perché, per garantire una valida azione terapeutica, il farmaco deve necessariamente raggiungere una concentrazione ematica (percentuale di farmaco circolante nel sangue), tale da poter garantire una valida azione terapeutica. Tutto questo determina la presenza nel circolo vascolare, oltre che del farmaco, anche di metaboliti dello stesso, prodotti dal fegato, i quali devono essere “smaltiti” dall’organismo per varie vie, prima fra tutte la via renale. A ciò si aggiunge il danno indiretto provocato dal farmaco ad altri organi, dovuto all’alterazione delle condizioni in cui questo normalmente opera, come nel caso dell’apparato digestivo, in cui alcuni farmaci alterano l’equilibrio acido-base, con conseguenze anche gravi (ad es. gastriti e gastroduodeniti causati dall’assunzione di FANS – Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei). Il secondo vantaggio è quello di poter applicare il farmaco direttamente nella zona da curare, riducendo così i tempi terapeutici, con conseguente regressione dei sintomi in un tempo minore. Affezioni dolorose (algie) dell’apparato muscolo-scheletrico, derivanti da artrite, artrosi, sciatica, lombalgia, cervicale, strappi muscolari, ecc., vengono quindi curate circoscrivendo l’effetto terapeutico solo alla zona interessata. Il terzo è la possibilità di introdurre il solo principio attivo del farmaco, in forma ionica, senza gli eccipienti, i quali, spesso, sono fonte di reazioni più o meno avverse. Al quarto punto dobbiamo considerare che il farmaco in forma ionica, si lega a proteine protoplasmatiche specifiche, aumentandone il tempo di permanenza nelle sedi anatomiche interessate (emivita), potendo quindi diminuire le quantità di farmaco utilizzate per la stessa patologia rispetto ad altre vie di somministrazione. È stato possibile misurare che questo sistema terapeutico ha la capacità di far assorbire alla regione ammalata una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita, ad esempio, per via orale. In ultimo, l’applicazione di correnti continue a bassa intensità ha il risultato non secondario di iperpolarizzare le terminazioni nervose, determinandone un elevamento della soglia di eccitabilità, ottenendo quindi un effetto antalgico elevato (effetto TENS). Tutto questo è possibile perché tutti i farmaci presentano la caratteristica della presenza di ioni positivi, negativi, o entrambi (bipolari) - carichi quindi elettricamente - e, sfruttando quindi il principio fisico della migrazione ionica da un polo elettrico all’altro, otteniamo una somministrazione transcutanea, che sfrutta cioè la pelle come via di somministrazione. Dal punto di vista strettamente elettronico un generatore per ionoforesi è essenzialmente un generatore di corrente costante a bassa intensità (generalmente vengono usate correnti tra i 5 milliampere e i 10 milliampere), che eroga cioè una corrente continua stabile nel tempo, corredato da vari sistemi di controllo e temporizzazione, in modo da consentire la creazione di un campo elettrico il quale viene applicato, tramite due elettrodi, uno positivo e l’altro negativo, costituiti da delle placche in gomma conduttrice ricoperte da una superficie assorbente, posti sulla cute del soggetto in prossimità della zona da trattare.
Il farmaco deve essere posto sull’elettrodo corrispondente alla sua polarità, ad esempio se il farmaco è di polarità positiva andrà applicato sulla placca positiva, se negativa sulla placca negativa, se bipolare indifferentemente. Applicando la placca con il farmaco sulla zona da trattare e l'altra placca ad una distanza di circa 20/30 cm, la corrente veicolerà il farmaco così ionizzato, all'interno dei tessuti perché gli ioni del farmaco stesso migreranno verso il polo opposto fino al completo assorbimento. A titolo di esempio, nella tabella che segue, possiamo vedere vari principi attivi e soluzioni medicamentose e la loro polarità.

ELETTROTERAPIA

L'elettrostimolazione eccitomotoria
L'elettrostimolazione eccitomotoria (COMPEX) è utilizzabile sia nei casi di infortunio vero e proprio (laddove una temporanea immobilizzazione di un'articolazione porterà ad un deficit muscolare), sia per attuare una vera e propria opera di prevenzione, rafforzando i distretti muscolari preposti alla protezione dell'articolazione soggetta ad infortunio.
Nello sport è utilizzata per il potenziamento muscolare degli atleti. L'impiego di questa corrente in campo sportivo è iniziato con le Olimpiadi di Montreal del 1976, allorquando fu utilizzata dagli atleti sovietici per potenziare la muscolatura e migliorare le proprie prestazioni.
Le Correnti ad azione eccitomotoria sono:
•  RETTANGOLARE
•  ESPONENZIALE
•  FARADICA
•  di KOTZ

ULTRASUONI

Gli ultrasuoni sono vibrazioni meccaniche impercettibili che producono effetti localizzati a carico delle strutture del corpo (ossa, muscoli, tendini, legamenti, ecc.). Le applicazioni principali sono il recupero post-traumatico di distorsioni, gli strappi e le infiammazioni. In estetica sono spesso abbinati ad altre metodiche, in particolare per il trattamento della cellulite. Gli effetti terapeutici utili si riscontrano nella terapia del dolore, in traumatologia sportiva, nella riabilitazione in ortopedia e nei trattamenti anticellulite.Le controindicazioni principali sono: pace-maker, gravidanza, tumori, osteoporosi intensa, vene varicose, genitali, ossa in crescita.