ELASTOCOMPRESSIONE SU MISURA

La terapia elastocompressiva o elastocompressione è una modalità terapeutica di fondamentale importanza nella cura delle vene varicose e dei linfoedemi

A volte poco gradita dai pazienti e spesso poco conosciuta dalla maggior parte dei medici consente di ben controllare i sintomi della malattia varicosa. Le calze elastiche e le bende sono presidi sanitari molto importanti nella prevenzione e nella cura delle varici degli arti inferiori, della sindrome post-trombotica e delle malattie del sistema linfatico.

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La terapia compressiva, applicando una contropressione dall’esterno verso l’interno della gamba, ne modifica in senso favorevole la circolazione venosa.

E’ molto efficace in quanto contrasta la stasi del sangue all’interno delle vene, esercita un azione di riduzione del calibro delle vene dilatate e conseguentemente ne aumenta la velocità di flusso.

 

 

 

Le calze elastiche su misura

Ve ne sono di molti tipi in relazione alla forma, alla lunghezza, alla capacità elastocompressiva. Le calze elastiche, per essere terapeutiche devono presentare una compressione graduata in senso decrescente dal basso verso l’alto ( vedi figura ).
La compressione delle calze terapeutiche si misura in mmHg (millimetri di mercurio) ed in base a questa capacità elastica di distinguono 4 classi di compressione. La prescrizione medica di una calza elastica è un atto importante e va fornita solo dopo aver preso le misure della gamba in determinati punti. La misurazione della gamba è indispensabile per poter prescrivere un prodotto di serie o su misura adatto alle esigenze dei singoli pazienti .

La maggior parte delle calze prescritte per uso terapeutico appartengono alla I^ o alla II^ classe di compressione.
La Classe di Compressione viene utilizzata per identificare un determinato gruppo di calze compressive e sulla confezione delle calze possiamo trovarla scritta in varie lingue, ad esempio in inglese CCL (Compression Class) o in tedesco KL (Kompressionsstrumpfhose) ecc.; le classi di compressione sono sostanzialmente 4:

  • I^ Classe di compressione 18/21 mmHg
  • II^ Classe di compressione 23/32 mmHg
  • III^ Classe di compressione 36/46 mmHg
  • IV^ Classe di compressione oltre 50 mmHg

ATTENZIONE: non si deve mai confondere la compressione della calza che viene misurata in mmHg, con i denari o DEN che misurano lo spessore del filato con cui viene realizzata la calza.
Le calze elastiche sono molto utile nella prevenzione della malattia varicosa,e nel trattamento conservativo dei linfoedemi e l’uso regolare di una calza elastica terapeutica riduce del 60 % il rischio di sviluppare vene varicose delle gambe nei soggetti a rischio e ridurre le problematiche linfatiche .
Nelle fasi iniziali della malattia le calze elastiche bloccano l’evoluzione della malattia e presentano una azione terapeutica paragonabile a quella dei farmaci flebotonici.

L’azione terapeutica della calza elastica è sfruttata anche nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per le varici o nei pazienti sottoposti a scleroterapia. Non sempre le calze commercializzate anche nelle farmacie o nei negozi di articoli sanitari sono effettivamente calze terapeutiche a compressione graduata.

Molte ditte costruttrici, per contenere i prezzi di produzione, immettono sul mercato prodotti confezionati con materiali scadenti, facilmente usurabili e che non mantengono gli standard di compressione e di graduazione della compressione.stabiliti per legge Inoltre spesso il medico affida al paziente stesso l’acquisto di una calza senza fornire suggerimenti sul tipo di prodotto che sarebbe più indicato per il suo caso.
La buona prescrizione di una calza è il requisito fondamentale per il successo terapeutico che vogliamo ottenere, va fatta “su misura” utilizzando appositi moduli dove verrà specificato il tipo di calza, la classe di compressione, la taglia ecc.

 

Linfedema degli arti superiori

 

guanto-linfedemi-contenitivi-donna-71172-167243Il linfedema dell’arto superiore è generalmente conseguente alla linfoadenectomia ascellare, cui talvolta segue la radioterapia, necessaria per la eradicazione del tumore al seno. I dati epidemiologici riportano che, a seconda degli studi, il linfedema dell’arto superiore si manifesta nel 6-40% delle donne operate al seno e sottoposte alla linfoadenectomia (con o senza radioterapia) ascellare. Il linfedema può manifestarsi con uno stadio di latenza molto breve, di alcuni giorni, o con uno stadio di latenza molto lungo, anche di decenni dopo l’intervento. La prevenzione e il trattamento precoce sono armi importantissime per evitare le complicanze di una stasi linfatica prolungata e non curata. Le linfangiti, ossia le infezioni generalmente batteriche dell’arto linfedematoso, sono le complicanze più frequenti e spesso recidivanti. Il linfedema in questo modo, progredendo anche lentamente, è in grado di ridurre ulteriormente la qualità della vita delle donne già operate al seno. La prevenzione può essere attuata conoscendo il problema e seguendo alcune norme igienico-comportamentali; la terapia del linfedema in fase precoce si basa sulla attuazione di un personalizzato programma decongestivo manuale; una volta decongestionato l’arto superiore, la fase di mantenimento della decongestione è affidata all’uso quotidiano della manica elastocontenitiva terapeutica.

 

 

 

Terapia compressiva del linfedema

La terapia compressiva del linfedema  presenta tre fasi

  1. Riduzione dell’edema fino ad eliminazione della parte di liquido che è “mobile”, cioè più facilmente eliminabile. Questa si esegue in genere con fasciature assistite da linfodrenaggio delle stazioni linfoghiandolari, farmacoterapia e ginnastica.
  2. Mantenimento del risultato ottenut, impedendo ad altro liquido di accumularsi e di aumentare quindi, nel tempo, la fibrosi. Questa si ottiene con drenaggio linfatico manuale, pressoterapia domiciliare, ginnastica.
  3. Purtroppo il linfedema è una malattia dalla quale non si guarisce. È tuttavia possibile controllare la ricomparsa dell’edema agli arti superiori: dopo le terapie di attacco il linfedema si mantiene sotto controllo utilizzando un bracciale elastocompressivo ed osservando alcune regole comportamentali.

L’elastocompressione determinata dal tutore elastocontenitivo terapeutico rappresenta il mezzo più efficace per contenere e stabilizzare l’edema linfatico, sia primario /idiopatico sia secondario.
L’ortopedia Gavardini Rapetti specializzatasi negli anni in questo settore presenta una linea di bracciali elastocompressivi dedicati alla cura del linfedema e al mantenimento dei risultati ottenuti con i trattamenti riducenti sia DI SERIE che SU MISURA.

 

Istruzioni d’uso

 

I tutori elastici vanno indossati preferibilmente prima di alzarsi dal letto o comunque su gambe/braccia che non presentino gonfiori, poiché l’azione terapeutica è quella di favorire il ritorno venoso/linfatico , eliminano i sintomi quali la pesantezza e mantenere gli arti privi di edema. Essi esercitano anche un’azione preventiva per la comparsa delle complicazioni dell’insufficienza venosa (flebiti superficiali, trombosi venose, ulcere) ma non sono in grado di curare tali complicazioni nelle fasi acute.
Il tutore elastico terapeutico non va comunque mai usato senza la prescrizione del medico.
La compressione degli arti inferiori con la calza deve essere associata alla mobilizzazione (più ci si muove e si cammina più la terapia compressiva ha effetto) per ottenere i risultati migliori.

E consigliabile indossare dei guanti in lattice prima di infilare i tutori elastici, poiché in questo modo non si rischia di rovinare il tessuto e si fa meno fatica ad indossarli.

 

Come farli durare più a lungo

 

Una corretta manutenzione esalta le qualità terapeutiche dei tutori elastici e ne prolunga la vita, in questo modo indossati quotidianamente possono durare 4/6 mesi a seconda anche della qualità dei filati utilizzati.

I consigli da seguire sono:

  1. Lavare spesso il tutore elastici (lavaggi frequenti non danneggiano il tessuto) usando acqua tiepida e sapone neutro
  2.  Non usare la lavatrice.
  3. Non usare solventi o candeggianti.
  4. Dopo il lavaggio sciacquare abbondantemente con acqua tiepida
  5. Non strizzare o asciugare per esposizione diretta al sole, sui radiatori o vicino a fonti di calore.
  6.  Il tutore elastico deve asciugare disteso su un piano, possibilmente tra due panni asciutti.

ln caso di danni al tessuto, come smagliature o recisioni della maglia, essa deve essere sostituita.

Naturalmente l’uso alternato di due paia di tutori vi consentirà di continuare la terapia senza soste.

Nel caso di calze/bracciali autoreggenti con la fascia in silicone, può accadere che ci sia uno scivolamento del tutore, è possibile aumentare l’aderenza del silicone utilizzando dei prodotti specifici

N.B.: I TUTORI ELASTICO COMPRESSIVI, IN QUANTO RICONOSCIUTI ANCHE IN ITALIA QUALE “DISPOSITIVO MEDICO”, SE PRESCRITTI DAL MEDICO, GODONO DELLA DETRAIBILITA’ FISCALE.
Così come per la detrazione dei farmaci, per poter detrarre fiscalmente i dispositivi medici è necessario allegare alla prescrizione medica la fattura o lo scontrino con codice fiscale della persona a cui è intestata la prescrizione,in nome della ditta e l’articolo codice del prodotto e la marchiatura “CE” ad identificare che si tratti del dispositivo medico prescritto e della sua certificazione di qualità e conformità.
N:B: Per soggetti con linfedema è possibile la riduzione IVA al 4% ( istruzioni in HOME )